Che meravigliosa accoglienza!
Grazie a tutti ragazzi! Mi fate proprio venire voglia di proseguire con il racconto

14 AGOSTO: THE LINE IN THE PARK, NATURAL HISTORY MUSEUM, DOS CAMINOS, HIGHLINE Ore 8.30: sono già attiva. La mia missione di oggi è
Shakespeare in the Park: voglio andare a Central Park, mettermi in coda per le 10.00 (orario consigliato su svariati siti per le repliche infrasettimanali) e all'apertura del botteghino, alle 13.00, agguantare i biglietti gratuiti per
Into the Woods, splendido musical di Stephen Sondheim. Io adoro Sondheim, amo
Into the Woods, mi piace molto Amy Adams, protagonista di questa versione (ve la ricordate in
Come d'incanto? Deliziosa) e bramo fortemente sentire la voce di Glenn Close nel ruolo del Gigante. E tutto questo completamente gratis! Incredibile, soprattutto per me, artista italiana, abituata alla scarsa importanza data allo spettacolo e alla cultura in generale nel nostro paese...
Usciamo di casa, la giornata è decisamente uggiosa. Non sta piovendo ma l'intenzione del meteo sembra essere quella. Questo potrebbe essere un problema: il mio piano prevede l'appostamento su copertina nell'attesa dell'apertura del botteghino... beh, non importa! E comunque, vista la mia programmazione degli eventi a cui partecipare durante la vacanza, questo è l'unico giorno possibile per affrontare "the line". O la va o la spacca.
Prendiamo la metro, scendiamo vicino a Central Park, ordiniamo un Moka Frappuccino with cream grande, ed entriamo nel parco.
Arriviamo all
Delacorte Theater e, proprio difronte all'ingresso, vediamo alcuni ragazzi che dormono su un asciugamano. Eccola li, la famosa line... beh, non sembra essere molto lunga... vediamo oltre la curva... ah, ma prosegue, eh si, e va ancora avanti... e avanti... e avanti...
Fermo una addetta e le chiedo a che ora sia meglio arrivare per sperare di ottenere i biglietti. Mi risponde che il parco apre alle sei ma che c'è gente che arriva anche prima. Cosa? Prima?
Che duro colpo... con la coda tra le gambe rinunciamo all'agognato spettacolo. Una simile levataccia significherebbe perdere un'intera giornata a New York, tra la coda e il sonno pomeridiano. Però... che peccato!
Decidiamo di rimuovere il trauma facendo dell'altro e, visto che il tempo promette male e che il
Natural History Museum è proprio davanti a noi, entriamo.
Tra l'altro mi viene un'idea molto carina: riprendere da dove ho lasciato. Infatti, l'ultima mattina della mia permanenza newyorkese dello scorso anno era stata dedicata proprio al museo di storia naturale. Il pranzo del penultimo giorno era stato al ristorante messicano
Dos Caminos e, dopo il lauto pasto, avevamo fatto una passeggiata sulla Highline. Ed ecco l'idea: oggi rifarò tutte queste cose, ma con lo spirito gioioso di una persona che sta cominciando la vacanza!
Ed così camminiamo all'interno del museo, tra dinosauri ricostruiti e animali di ogni tipo e taglia. Le ampie sale danno un senso di tranquillità, ci si può attardare guardando i vari reperti, senza fretta e senza ansia: tanto fuori pioviggina!
Prendiamo il biglietto per una mostra speciale. Parla della fluorescenza, interessante ma non quanto il planetario che, anche quest'anno, mi perdo.
A furia di girare tra le sale, si fanno le tre del pomeriggio e la stanchezza inizia a farsi sentire. In fin dei conti siamo ancora in sindrome da jet lag!
Usciamo dal museo, prendiamo la metro e, come da "nuovo" programma, ci rechiamo al
Dos Caminos, ristorante messicano nei pressi della Highline.
Il cielo è sempre grigetto ma la temperatura si è alzata. Si sta proprio bene. Ci sediamo all'esterno ed iniziamo una fantastica abbuffata, che si apre con uno strepitoso guacamole fresco e si chiude con deliziosi tacos ed una saporita crema di fagioli. Adoro il cibo messicano, e qui a New York è davvero strepitoso. E il Dos Caminos è un ristorante che vi consiglio e stra consiglio.
Satolli e contenti, ci avviamo verso la Highline, non prima di aver fatto una foto all'inimitabile David di Missoni...
...
P.s. Ma come si fa a raddrizzare le foto? Aiuto!








